Buddy: tutto è lecito in nome dell’audience
Quando su Italia 1 è iniziata la campagna pubblicitaria del nuovo programma Buddy, ho detto: “ok, è solo uno scopiazzamento italiano di Dog Whisperer“.
Poi, continuando a vederla, ho capito che sono storie strappalacrime di casi limite tanto per tenere la gente incollata allo schermo.
Ma con la pubblicità andata in onda oggi, è stato superato il limite!
Nell’anticipazione si narra la storia di un cane abbandonato (quindi che già ha problemi a dare fiducia al nuovo padrone) che viene accudito da due famiglie diverse (tanto per dargli una bella confusione mentale). Alla fine del programma deve “decidere” con quale famiglia andare. La decisione è il classico bivio sinistra<=>destra. A meno che una delle due famiglie non l’abbia preso a bastonate, la decisione sarà completamente casuale.
Capisco che la suspense della scelta aiuti a tirare su gli ascolti, ma è giusto giocare sia coi sentimenti della famiglia e dei bambini che si erano affezionati al cane, sia coi sentimenti del cane stesso, che dopo tanto tempo riesce a fidarsi nuovamente di una persona che poi… SPARISCE?????
Assurdo…
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