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Quando mesi (anni?) la Rai ha iniziato a trasmettere l’amica geniale, l’ho ignorato. Un po’ perché non avendo la TV a casa non avevo modo, un po’ perché non mi sembrava interessante. Poi, in questi giorni, vedendo tutto l’hype tra i miei colleghi a lavoro mi sono deciso di guardarmelo tutto su Rai Play, finendo tutti gli episodi di entrambi le stagioni in pochissimi giorni.
Una volta terminato, impaziente per l’attesa della terza stagione, ho quindi deciso di iniziare a leggere il libro.
L’avevo sempre snobbato, pensavo che fosse in dialetto, come i libri di Camilleri, che, per me, risultano poco leggibili. (A dirla tutta, non mi sono mai sforzato di andare oltre la prima pagina in quei libri, magari se uno ci prende la mano, la leggibilità migliora)
Invece no, la storia ne l’amica geniale scorre velocissima, ho iniziato ieri e sono già a metà libro.
La trasposizione dal libro a film è sorprendente: non è per niente stravolta, quasi identica, anzi, quando lo leggo, nella mia mente mi immagino la voce di Alba Rohrwacher (la narratrice, nella serie), in quanto molti dei passaggi narrati sono letti direttamente senza modifiche.